Ciao Olimpio!


Quando abbiamo saputo che Olimpio ci aveva lasciati, tutti noi del Circolo Legambiente di Cantello eravamo consapevoli di non aver perso solo il nostro Presidente, ma un uomo … un uomo che ha fondato tutta la sua esistenza su valori  come “ la Democrazia, la Resistenza, la Libertà”.
Al termine del funerale, sul sagrato della Chiesa dei S.S. Pietro e Paolo, sua nipote Federica Baj ha salutato il nonno con una lettera idealmente a lui indirizzata. Nel corso della lettura, tutti noi abbiamo riconosciuto nelle belle parole di Federica il vero Olimpio, con il suo modo di essere e di vivere la vita,  senza ipocrisie.
Pertanto ringraziamo Federica e sua mamma Eugenia per averci permesso di pubblicare il testo integrale della lettera.
“Circolo Legambiente Olimpio Cocquio – Cantello” con questa intitolazione al nostro Circolo, il Consiglio Direttivo rende il giusto omaggio a Olimpio che con noi ha percorso un lungo tratto della sua vita.

Ciao Olimpio.

Il circolo Legambiente "Olimpio Cocquio" di Cantello.




Cantello, 18 dicembre 2010
Devo a mio nonno la persona che sono.

Ricordo n° 1: I boeri
Avrò avuto si o no cinque anni e ogni pomeriggio mio nonno mi portava con lui alla Società Operaia  e mi comprava un boero.
Per me quel cioccolatino ripieno di liquore e ciliegia era una delizia.
Una volta se scartavi un boero e avevi fortuna ci trovavi dentro la scritta    “ ne hai vinto un altro”…..e allora la delizia era doppia!

Ricordo n° 2
Non sono mai voluta andare all’asilo.
Stavo in campagna con il nonno e intanto mia nonna mi insegnava a leggere e a scrivere.
Alla frequentazione della scuola non ho potuto oppormi.
Però lui, nei primi giorni delle elementari era lì  ad aspettare con me lo squillo della campanella d’inizio delle lezioni e, all’ultimo squillo, lui era ancora lì ad aspettarmi per accompagnarmi a casa.

Ricordo n° 3
La verdura che ha sempre coltivato nell’orto di casa.
Io non ho mai mangiato insalata del supermercato.
E i capponi. Ogni Natale.

Ricordo n° 4: Il giornale
La prima cosa che faceva alla mattina era andare in edicola a prendere il giornale: la Repubblica.
La seconda era una breve  sosta al  circolino per dare un’occhiata al giornale:l’Unità.

Ha sempre avuto per me una parola gentile.
Una sua carezza sulla testa nei miei momenti difficili arrivava sempre.
Anche se non gliela chiedevo.

Non so dove sei ora. Di certo avrai già abbracciato i tuoi cari: la mamma Rosa e il papà Peppino, Eugenia ed Ezio.
Mi piace pensarti in un luogo con persone che stimavi, anche se non conoscevi, ma con le quali condividevi gli stessi valori: Democrazia, Resistenza, Libertà e quel profondo senso civico che ti ha sempre contraddistinto.
Che so…magari sono li con te ora Sandro Pertini , Cesare Pavese, Enrico Berlinguer, Papa Roncalli, Enzo Biagi.
Magari c’è pure il nostro caro Faber che ti canta “Don Raffaè” che ti piaceva tanto.
Se davvero fosse così, nonno, in quanto a compagnia – cavoli! – saresti messo molto meglio di noi.

Negli ultimi  anni il nonno era diventato un po’ sordo.
Alla proposta di mettere un apparecchio acustico ci diceva:”No, no. Mi vori murì senza artifizi”. Era un semplice.
Lui sarebbe stato felice di potervi salutare nella bella chiesa del nostro cimitero.
Purtroppo ciò non è stato possibile. Un vero peccato!
Vi chiedo, se potete, un piccolo sforzo di immaginazione: di chiudere gli occhi per un attimo. Di fingere di essere nella spoglia chiesetta romanica “senza artifizi” e bella proprio per questo. Un po’ fredda ma riscaldata dall’energia buona della sua storia secolare.
Cercate, se potete, di sentirlo anche un po’ di freddo.
E così, di pensare all’Olimpio, ciascuno a modo suo.
Federica






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